Andalusia & Marocco
ANDALUSIA
5 Novembre
Pisa
6 Novembre
Pisa Siviglia
6-7-8 Novembre
Siviglia
9 Novembre
Cordoba
10 Novembre
Lubrin
11 Cabo del Gada
12 Mini Holiwod cena Turill
13 Granada cena Lubrin
14 Terme cena in Almeria
15 Capo del Gada Sud
16 Lubrin tutto il giorno
17 Lubrin Nereya
Lasciamo questo angolo di paradiso, per andare a visitare la costa andalusa, la partenza è di buon’ora, le cose da vedere sono tante e i km pure, sicuramente dovremo fare delle scelte, in quanto le cose da vedere sono tante ma il tempo è sempre poco
dopo aver visto molti pueblo anche carini ma più o meno desolati, (Novembre è decisamente fuori stagione) con gran parte dei locali chiusi, arriviamo a Nereya sulla costa del sol. Il programma ci portava a Frigiliana prevedeva la visita della località e continuazione della tappa per arrivare fino a Malaga che dista circa 50 km dove pensavamo di pernottare per avvicinarsi alla costa atlantica. Ma all’arrivo l’impatto che ne abbiamo è molto positivo, la località sembra fuori dal mondo, brulica di persone, chi corre chi va in bicicletta chi passeggia, e quello che più colpisce è che sono tutti anziani con una grande vitalità, tanto che ci domandiamo se da queste parti beneficiano delle stesse energie dei vecchietti del film cocoon. Proseguiamo per Frigiliana che dista circa 6 km, e si trova sulle alture che dominano Nereya. Anche qui fiumi di persone che se la godono sorseggiando un buon bicchiere di vino mangiando tapas. Il pueblo è il più bello di tutto il viaggio, cominciamo dal mercato settimanale che si svolge nella piazza sopra al parcheggio e ci perdiamo poi alla scoperta di tutti gli angoli, a cogliere le prospettive più suggestive. Finiamo la giornata a Nereya, dove ceniamo e dormiamo.
18 Nereya Ronda Villaggio dei puffi e villaggio nella roccia
19 Ronda Jerez Cadiz dormito a santa maria
Partiamo da Ronda tempo buono ma una leggera velatura fa pensare che questa parte del viaggio caratterizzata da cieli limpidi e temperature gradevoli sta per lasciarci, speriamo di no perché la destinazione è la costa Atlantica e ci piacerebbe farci un po di belle camminate sulle lunghe spiagge.
La prima meta è Jerez . Arriviamo di buon’ora del resto anche questa giornata è piuttosto intensa in quanto le cose da vedere sono veramente molte e c’è anche un bel po da scarpinare. Fatto le visite canoniche delle cose da non perdere e girovagato tra le vie pedonali arriviamo all’ora del pranzo la scelta è entrare in una bodegas di vino, per vedere come veniva e viene lavorato lo sherry e brandy. Una per tutte quella di Tio Pepe, aperta nel 1835, affollata di gruppi di americani e giapponesi, nella quale nel biglietto è incluso tre tapas, (circa 15€ a persona) oppure fermarsi in una bodegas innominata affollata da indigeni dove l’unica cosa da vedere è cosa ha perso il tuo vicino di tavolo e mangiarsi delle tipiche tapas bevendo sherry della casa.
Oggettivamente dopo aver visto cantine e cantine in un nostro precedente viaggio nella zona di Barrosa in Australia, e aver visto tutte le procedure di raccolta e vinificazione conservazione, con relativi test wine accompagnati da tapas australiane, (e venendo dalla toscana), optiamo per la seconda, anche perchè nella tabella di marcia il pomeriggio è dedicato alla visita di Cadiz, scelta appropriata e fortunata perchè il proprietario è un giovane ragazzo che prende le comande, mentre in cucina c’è sua madre, un’anziana signora che fa tutto in casa, un ragazzo molto volenteroso che ci fa assaggiare i due tipi di sherry spiegandoci le differenze e le lavorazioni.
Arriviamo a Cadiz intorno alle 14:00 parcheggiamo a circa un km dal centro ma sul lungomare Paseo Marítimo dove si trova ancora molto parcheggio tranquillo e gratuito. In due gambate siamo nel cuore pulsante e turistico la passeggiata è molto bella e animata. Per primo facciamo una camminata fino al Castillo de San Sebastian una propaggine che si allunga sull’oceano spazzata da un forte vento.
Poi rientriamo nel centro dove passeremo il resto della giornata girovagando tra strade e stradine. Per la notte ci spostiamo a El Puerto de Santa Maria. Ad aspettarci un giovane demotivato figlio dei proprietari assenti per un viaggio, a quanto pare i colleghi hanno qualcosa in comune con noi la passione dei viaggi, solo che noi abbiamo chiuso e loro hanno lasciato il figlio, e forse avrebbero fatto meglio a chiudere.
Tirando le somme, non possiamo certo giudicare due città per averci passato una mezza giornata per ognuna, ma a pelle non ci hanno convinto, forse complice della piccola delusione, le aspettative create dai racconti letti in precedenza al viaggio.
20 Novembre Cadiz Tarifa
Partiamo da Santa Maria che pioviggina i nuvoloni neri che ieri vedevamo all’orizzonte hanno portato burrasca, per fortuna nella direzione di Tarifa sembra alzarsi, oggi abbiamo deciso di non seguire il gps perchè le strade più interessanti,quelle che costeggiano il mare ce le fa sistematicamente evitare, ci siamo presi i numeri delle strade che vogliamo percorrere e seguiremo la cartellonistica. La prima che percorriamo è la CA-215 la strada è piuttosto desolata considerato il periodo l’unica
attrazione degna di nota è il cimitero delle ancore un luogo dove giacciono centinaia di ancore arrugginite, probabilmente servono o sono servite per la pesca al tonno,. proseguendo per la A-2233 arriviamo a Barbate, centro della lavorazione del tonno rosso, la qualità che viene pescata nel mare circostante, facciamo una passeggiata su lungo mare il vento e il cielo cupo rende il tutto molto suggestivo, stiamo cercando una trattoria dove poter assaggiare una buona tagliata di tonno, ci sono molti locali, ma per la maggior parte chiusi per ferie, alcuni aperti ma ci appaiono molto turistici, e saremo alla ricerca di una bettola da locali. Facciamo una visita allo stabilimento di pesca e lavorazione del tonno, dove ci viene spiegato quali sono le parti più pregiate del tonno, scopriamo che è come un vitello, ogni parte ha le sue qualità alcune più pregiate altre meno, veramente interessante. dopo aver acquistato un po di parti da portarci a casa, ci facciamo consigliare dove andare a mangiarne di buono, la risposta dice che tutti cucinano tonno locale ma insistendo dice che i posti più interessanti sono due, uno di fascia alta el champero, uno popolare che è subito fuori dal porto, il BAR EL GORDO ed è li che andiamo. La scelta è stata giusta mangiamo benissimo spendendo il giusto, in più abbiamo una bellissima vetrata che dà sull’oceano in burrasca.
Ripreso la macchina ci dirigiamo verso Playa del Cañuelo percorrendo la CA-2216 con l’intento di arrivare alla Duna de Bolonia senza dover passare dalla E5. La strada non è niente di che anzi piuttosto bruttina per diversi km attraversa mega villaggi turistici, tutti chiusi arrivati Playa del Cañuelo, il paesaggio è più bello, anche se la strada fiancheggia ville hollywoodiane, e l’unica attrattiva è ammirare l’estro architettonico dei vari architetti che senza limiti economici si sono espressi. Arrivati al faro la strada diventa privata dopo alcuni tentativi per vedere se ce ne fosse un’altra, come sembrerebbe dalla mappa, ci arrendiamo e torniamo indietro fino alla A-2231 e tramite la A-2227 prendiamo obbligatoriamente la E5.
Arrivati a Bolonia proseguiamo sulla CA-8202 con l’intento di portarsi in auto in prossimità della Duna de Bolonia onde evitare in caso di peggioramento del meteo di prendersi una bussata d’acqua, ma sulla strada cominciamo a vedere cartelli che segnalano zona militare e una carcassa di un jaguar completamente devastato dal fuoco, ritorniamo sui nostri passi e ci andiamo a piedi dal parcheggio di Bolonia.
Il percorso è un po lunghetto 2km circa tutto su passerella di legno un po decaduto in alcuni punti, ma comunque suggestivo, il vento ha accumulato collinette di sabbia che in talvolta ricoprono il tracciato. Il percorso non arriva alla duna si ferma a un mirador da dove si deve fare un’altro km via spiaggia, ma considerato tempistiche, meteo, e dopo aver visto le dune di Jericoacoara in Brasile, ci accontentiamo e facciamo rientro. Ripresa la macchina prossima tappa, Duna De Valdevaqueros sempre passando dalla E5, veloce e diretta. Il meteo annuncia temporale ma riusciamo a chiudere la giornata godendosi questo luogo, con la strada che seppur breve ( circa 500mt) attraversa due dune bellissime, che nel tentativo continuo di ricoprirla, l’hanno ridotta da due corsie a una e sommerso alberi e cartellonistica, ha una qualche parentela scenografica con le Dune di Corralejo a Fuerteventura in versione ristretta. Bella veramente bella.
Arriviamo a Tarifa che ormai il temporale sta esprimendosi in pieno, acqua e vento a volontà, parcheggiato la macchina vicino al porto prendiamo zaini e mantelle e andiamo all B&B La Rosa de los Vientos.
Il B&B si trova dentro la mediana in una piccolissima via pedonale, come gran parte delle strade del centro storico. La struttura architettonica è la stessa del Riad con il salone centrale aperto fino al tetto in vetro e con ai lati le camere, la nostra è al secondo piano, molto confortevole e pulita, con due letti comodissimi e un bagno grande e molto funzionale. Dopo un po di relax andiamo alla scoperta di Tarifa.
Anche se piove ininterrottamente basta poco per capire che ci piace, con la sua atmosfera un po hippy. Anche se ci troviamo in bassa stagione e la gran parte dei locali è chiuso riusciamo comunque ad avere una buona scelta su dove andare a mangiare, tanto da potersi permettere anche di fare un po i pignoli.
21- Tarifa
Il giorno successivo andiamo a riconsegnare la macchina a Algecira il tempo è pessimo vento onnipresente e acqua a catinelle per la riconsegna abbiamo scelto la stazione dei treni in quanto oltre ad essere sensibilmente più conveniente, è anche più pratica in quanto la stazione dei bus è proprio di fronte alla stazione,dei treni.Con il senno di poi considerata la pioggia copiosa e il forte vento che non permette neanche ti tenere aperto un ombrello ( che non avevamo) diventa strategico. La riconsegna come del resto la consegna della nostra 500 con Europcar è veloce e senza cavilli.
Arriviamo a Tarifa e facciamo l’errore di non scendere alla prima fermata apparentemente fuori città, ma che invece era a duecento metri dalla porta della medina, dove peraltro sono scesi la metà dei viaggiatori, andiamo invece alla stazione dei bus, dove scendono si tutti, ma perché ci sono le coincidenze. La micro stazione dei bus è a 1km circa dalla porta della medina, un vento forte che proietta l’acqua come in una tormenta, non ci lascia che come unica scelta, l’attesa nella piccola sala d’attesa dove una massa di viaggiatori si accalca. Non resta che attendere che il vento prima o poi spazzi via le nuvole temporalesche e lasciano una piccola tregua da permetterci di raggiungere il Riad. Mentre aspettiamo inganniamo il tempo osservando l’inserviente che con un mocio cerca invano di asciugare l’acqua che cade dai vestiti dei viaggiatori, che non asciuga mai in quanto ogni tanto qualcuno esce per capire cosa sta succedendo infradiciandosi.
Nel pomeriggio esce finalmente qualche spiraglio di sole quanto basta per stare fuori fino a cena, il cielo all’orizzonte è nero ma il libeccio fortissimo non permette all temporale di passare su Tarifa regalandoci delle luci bellissime. Uno dei punti più scenografici è il lembo di terra 50 mt circa di larghezza a seconda delle maree, che unisce la terraferma alla Isla de Las Palomas un km circa che divide le calme acque del mediterraneo alle burrascose acque dell’oceano atlantico. Altro bel punto non tanto per la vista quanto per il valore simbolico è arrivare a punta del Santo il punto più estremo raggiungibile a piedi d’europa, da dove le coste del continente africano distano solo 15 km.
Cena da ……. vegano scelto un po per scherzo rivelatosi molto interessante
MAROCCO
22 Novembre
Piove a dirotto e il cielo non promette niente di buono le previsioni meteo dicono che ci sarà una settimana di pioggia, non era proprio quello che ci aspettavamo, anche se ci siamo abituati, in quanto già in altri viaggi a queste latitudini è capitato di imbatterci in periodi prolungati di pioggia, a volte (Lanzarote Canarie) anche in eventi eccezionali, la fortuna non è solitamente nostra compagna di viaggio, ed è così che alle 8:00 dopo una lunga fila dovuta alla … dei marocchini che rientrano a casa ci imbarchiamo per Tangeri con l’aliscafo trimarano della FRS. La traversata è tranquilla nonostante nel cielo ci sia burrasca, in mare regna la calma. All’arrivo il tempo è lo stesso di Tarifa, del resto ci separa solo 20Km di mare e alle nuvole non occorre il passaporto, ma per fortuna non diluvia come alla partenza, dopo 10 minuti dil formalità doganali, siamo già a lottare con i tassisti marocchini che con i loro mercedes sgangherati si offrono di portarci ovunque. Piu o meno gentilmente decliniamo perchè non dovevamo andare tanto lontano 1km per raggiungere l’agenzia della Thrifty e recuperare la nostra auto per iniziare così l’avventura marocchina. In effetti cammineremo un bel po di più perché le coordinate di google sono completamente sbagliate, e trovare quella benedetta agenzia richiederà un’ora. La Thrifty si trova in un piccolo ufficio di fronte all’ufficio postale di Tangeri ufficio multimarca insieme a Herz Dollar e FireFly.
Quando vediamo che Thrifty è imparentata con FireFly la peggior compagnia che abbiamo mai incontrato nel noleggio auto, siamo in fibrillazione, e infatti quando ci viene consegnata la macchina capiamo che attese sono confermate.
La macchina è una suzuki celerio ha 100000km è tutta battuta non ha un cm quadrato senza una fitta, del tergicristallo posteriore rimane un moncherino, praticamente un ferrovecchio per la quale ci chiedono una franchigia di 1400€ probabilmente spererando che gli e la distruggiamo così ci guadagnano anche le spese della rottamazione visto che probabilmente un oggetto di questo livello neanche in marocco vale 14499 MAD.
Avevamo messo in programma la visita di Tangeri con puntata a Cap Spartel per ammirare il panorama, ma il tempo è talmente ostile che decidiamo di dirigerci direttamente a Asilah . sperando che allontanandoci avremmo potuto trovare delle condizioni meteo migliori, All’arrivo il tempo è identico a quello lasciato. Trovare Cristina House non è semplicissimo, alcune strade sono sterrate e in alcuni punti, delle vaste pozze, nascondono pericolosi pantani, continuiamo a girare nel quartiere senza successo fino a quando non chiediamo a un passante che molto gentilmente ci accompagna. Il parcheggio è sulla strada, gratuito e senza pericoli. Asilah nonostante l’impatto iniziale di località in degrado, dovuto anche dal meteo avverso, che trasformava le strade in fiumi fangosi, ha la medina che si rivelerà una bombonierina, oltre a un lungomare pedonale con palme e panchine che con qualche piccolo intervento urbanistico, potrebbe tranquillamente somigliare a quello di Cadice in Andalusia.
Di fianco al mercato coperto mangiamo in un locale per indigeni per 6€ una frittura di pesce memorabile per bontà e dimensioni oltre a bevande coperto pane in quantità e delizioso.
Poi andiamo alla ricerca di un centro telefonico dove poter comprare una sim dati, tiriamo fuori la piantina per capire dove si trovasse il centro che Cristina ci ha indicato, e subito due scugnizzi si avvicinano, dopo alcuni tentativi di allontanarli pensando che volessero solo guadagnare qualche soldo facile, (come è uso comune a queste latitudini) ci chiedono
”siete clienti di cristina? alla nostra affermazione ci chiedono cosa si cerca e in due secondi siamo al centro inwi da dove dopo aver pagato 50DM (5€) e 10 minuti di pratiche compreso il setaggio del’apn si esce con il nostro modem TP-LINK connesso a 4G e 3GB di dati. Pensando ma come siamo arroganti in italia, che definiamo marocchini in senso dispregiativo tutti quelli che pensiamo siano inferiori a noi popolo evoluto.
inwi non è la migliore ma ha comunque una buona copertura anche la app eSignal lo conferma.
Il primo giorno in marocco nonostante il meteo sfavorevole ( anche se per la visita della medina ci ha concesso un timido solicino) ci ha colpito favorevolmente, Asilah ci sei piaciuta!
23 Novembre
Dopo la nostra prima notte e una ricca e buona colazione in una tipica casa marocchina ripartiamo per la nostra prossima tappa. Destinazione Chefchaouen con sosta intermedia a Tétouan base di partenza alla scoperta del Rif. Il maltempo ci perseguita ha piovuto tutta la notte, ma non ci facciamo certo spaventare dal mateo. Arriviamo a Tétouan abbastanza agevolmente anche se l’ultimo tratto che ci porta al parcheggio coperto passa attraverso al mercato, dove c’è un caos tremendo
Dopo aver preso un po di punti di riferimento, ci tuffiamo tra le stradine della medina, nella città vecchia, il souk! con un po di timore, avendone sempre sentito parlare come luoghi di raggiri truffe e borseggi, nei quali è facile perdersi perché composte di strade e stradine affollate di gente. Invece dopo venti minuti siamo già persi dalla magia di questi luoghi,dove viene venduto di tutto dalle spezie ai vestiti alle stoffe, ai ricambi per frigoriferi lavatrici e telefoni. Ci imbattiamo in un ragazzo che vende batterie usate dei cellulari dove dopo vari test, compriamo una batteria usata del samsung s4 per 90 centesimi di euro. Ci sarebbe da vedere il Riad al Ochak e altri luoghi, ma dopo tutte le …. che abbiamo visto in Andalusia concediamo tutto il tempo alla scoperta della quotidianità della medina. Ripartiamo destinazione Chefchaouen, il tempo è sempre piovoso più si sale e peggio diventa, la strada è vuota , nessuno sale pochi scendono,dallo specchietto retrovisore vedo un fulmine che mi si incolla al paraurti posteriore, e comincia a lampeggiare, freno per agevolargli il sorpasso, ma mentre mi sorpassa ci inveisce contro ci taglia la strada e mette le 4 frecce poi si fa da parte e si ferma, ce ne freghiamo e proseguiamo, si incolla dietro e continua a lampeggiare, meriterebbe un’agressione non solo verbale ma tiro dritto, non sapremo mai cosa voleva perchè non appena incontriamo un posto di blocco il tipo sparisce. Sistematicamente all’ingresso di ogni centro abitato c’è sempre un posto di blocco il quale a seconda della grandezza è più o meno organizzato, con mezzi corazzati e strisce di chiodi d’acciaio, che obbligano a rallentare e incanalare il traffico. In tutto il viaggio noi non siamo mai stati fermati.
Arriviamo a Chefchaouen (la città blu) che è tardo pomeriggio con pioggia torrenziale e nebbia. Nebbia che ci permette comunque di vedere d’avanti a noi una grande cittadina che è tutto fuori che blu. Grazie alla App maps.me troviamo abbastanza agevolamente la piazza Bab Souk dove dalle indicazione del B&B DAR SABABA divremmo trovare il parcheggio che per 20DM a notte. Il parcheggio esiste ma ci vuole molta immaginazione per capirlo. Un ragazzo attraversando il Bab Souk, ci scorta al B&B sotto una pioggia incessante, ma riusciamo immediatamente a capire perchè questo luogo è divenuto così famoso, nonostante le pessime condizioni meteo e di luce, ogni angolo del labirinto del souk è uno clik fotografico. Mille sfumature di blu lo rendono uno spettacolo emozionante.Il B&B DAR SABABA è molto accogliente lo staff tutto giovanissimo è molto disponibile, al nostro arrivo in attesa del disbrigo delle formalità ci offrono un ottimo the caldo alla menta e biscottini con l’umido e il freddo che abbiamo assosso è proprio quello che serve. La camera è pulita e accogliente. Anche se ormai la giornata volge al termine e la luce è sempre più bassa ciò non ci ostacola nel cogliere delle belle istantanee,
24 – 25 Novembre
Il tempo non ci concede nessuna tregua, l’unica differenza alla sera è la luce,
facciamo l’ennesimo giro dei punti più scenografici per cogliere le ultime immagini che andranno ad aggiungersi a quelle della sera precedente, e partiamo per la prossima meta Fez i km da percorrere non sono pochi, il navigatore indica 300Km circa ma la strada consigliata non ci convince molto, preferiamo andare a intuito, tanto il giorno è dedicato a questo, e i cartelli non mancano. La scelta si rivelerà azzeccata perché a fronte di qualche km in più, capiamo che il tipo di strade consigliate, sono un po troppo secondarie, e lo capiamo quando decidiamo di dargli un’opportunità, ovvero a 40km da Fez decidiamo di seguire il navigatore perchè è abbastanza evidente che risparmiamo 20km, ma la strada che ci fa fare è praticamente una one way il catrame è talmente rovinato che possiamo stare solo al centro della carreggiata e quando incontriamo altri veicoli, per fortuna pochi ma grandi tre tir e due pullman ci dobbiamo letteralmente fermare perchè tra l’asfalto e lo sterrato c’è un vero e proprio scalino. quindi a fronte di meno km occorre molto più tempo, vero è che la strada ci ha portato a visitare un contesto agricolo marocchino ben al di fuori delle grandi vie di comunicazione, dove ancora molta gente si muove a piedi e i villaggi sono molto animati, un’esperienza che non si è ripetuta nel resto del viaggio. Arriviamo a Fez intorno alle 16:00 e parcheggiamo l’auto nel parcheggione in prossimità della Bab Blu, costo al giorno 30 DM.
Fez uno tra i luoghi del Marocco dove c’è più possibilità che in altri per avere delle disavventure con i balordi, scendiamo e ci mettiamo in “assetto” (psicologico) di autodifesa che vuol dire profilo basso e attenzione a tutto quello che si muove intorno a noi.
Non facciamo tempo a scendere che un elemento ambiguo si avvicina per proporci non si è capito che, ma dopo il primo rifiuto il tipo si è un po infervorato, cosa che dopo un giorno di guida e con lo zaino ormai sulle spalle non è molto facile gestire con diplomazia, infatti mi rigiro piuttosto aggressivamente, non si capisce bene che tipo di minacce ci stia facendo, ma per evitare problemi gli faccio una bella foto e gli spiego che se nel frattempo alla macchina capita qualcosa prendo la foto e vado dalla polizia. La cosa non la gradisce gran che ma la mia risolutezza non gli lascia spazio di replica. Il parcheggiatore vuole essere pagato subito si discute un po sul fatto che non ci fidiamo che quando si torna qualcuno ci faccia pagare nuovamente, ovviamente non rilasciano nessuna ricevuta, quindi decidiamo di usare la stessa tecnica, filmo il passaggio di denaro e chiudo la discussione che ormai ci innervosisce. Attraversiamo la piazza e ci infiliamo attraverso la Bab Blu nel souk di Fez.
Il GPS fa fatica a tracciarci, ma non è il problema principale, il problema è lo stesso che abbiamo già incontrato a Tangeri, ovvero il Riad Dar Mansoura non è geolocalizzata dove viene raffigurata, ma 50 mt prima, imbucata in un budello e senza una chiara identificazione, praticamente una porta di legno tra due pile una a destra una a sinistra di gabbie di galline pronte per essere sgozzate dal macellaio con cui fa angolo. Trovata grazie a un figuro che ci aveva indicato la porta ma al quale non credevamo, fin quando non è uscito il personale che dal circuito di videosorveglianza stava seguendo il tira e molla.
Il Riad è molto bello la nostra camera ha una porta che sembra dimensionata per farci passare sotto un elefante, la ragazza ci spiega tutte le regole del riad poi ci spiega come funziona la porta della camera,la chiude e non si apre più, mortificata e imbarazzata, tira e ritira finisce che la rompe. La lasciamo li in attesa del fabbro e andiamo alla scoperta di fez
Il souk non è difficile come veniva raccontato, basta capire la pianta, ha due strade principali che lo attraversano diagonalmente si può scendere da una e risalire dall’altra, tutto quello che è laterale o si disperde verso le mura o unisce le due strade principali.
La prima esplorazione considerata l’ora ormai tarda e il buio alle porte perlustriamo le due strade principali per prendere un po di misure, tipo trovare la terrazza che ci permette di vedere le concerie, e dove sono posizionati le maggiori attrattive. Oltre che perdersi nella bolgia del mercato e tutte le sue mercanzie. Nei punti nevralgici e nelle due strade principale un fitto reticolato di videocamere nere sorvegliano i luoghi. Trovare i punti d’interesse alla primo giro non è semplice, il gps non prende dappertutto ma solo in alcune zone più aperte, ma il problema vero è districarsi nella continuità dell’urbanistica, apparentemente tutta uguale, in oltre a rendere il tutto più difficile è il continuo assillamento del genere umano che consiglia continuamente indicazioni errate. Non si capisce se ti vogliono incanalare in qualche budello dove non c’è la videosorveglianza della polizia per far chissà che oppure se semplicemente sperano che tu ti perda per poi riportarti sulla giusta strada a pagamento.
Di certo lo sport preferito è portarti da un venditore tipo il ristorante che ha la terrazza con vista su quello che cerchi, così da incassare da entrambi.
Tenendo per buona la bab blu diciamo che la strada del souk andando in direzione della Kairouine Mosque scende arrivati in fondo si trova l’ingresso alla moschea nella quale non possiamo entrare, ma aggirandola finiamo in una piazzeta da dove andando verso nord est si incontrano le concerie, si capisce che siamo sulla buona strada dalla puzza che è nell’aria.
Noi le visitiamo il secondo giorno che è Venerdì il loro giorno di festa, una manna dal celo, in quanto non ci sono scocciatori i negozi sono per lo più tutti chiusi e non ci sono mercanti ambulanti, praticamente il souk perde si il suo fascino, ma girarlo diventa un gioco da ragazzi.
26-27-28 Novembre
Il tempo è bello recuperiamo la nostra suzuki che nel frattempo nessuno ha infastidito anzi non appena abbiamo caricato gli zani, arriva il losco figuro questa volta vestito a festa con un sorriso a cento denti, ci chiede se la macchina ha dei problemi, accertato che è in perfetta salute ci dice di stare tranquilli che i marocchini sono nostri fratelli e che non sono napoletani.
Accettiamo la sua constatazione e ci congediamo. Destinazione Rabat con visita intermedia di Mecknes e visita del Archaeological Site di Volubilis.
al quinto giorno in Marocco ormai è divenuta familiare la struttura urbanistica delle città con la parte antica che ha i suoi monumenti maestosi più o meno visitabili, che manifestano la sua maestosità dal punto di vista interno piuttosto che interno, e la medina con il souk tempio dei commerci più diversi. Anche Mecknes citta imperiale ha la stessa struttura una bella piazza con tutto intorno delle belle mura e il suo souk dove passiamo una buona parte del tempo girovagando, e comprando. Poi ripartiamo per Volubilis. La strada è molto bella sembra quasi di essere in toscana. Volubilis è un bel centro archeologico ma il tempo stringe e la visita è piuttosto lunga, quindi dopo qualche clik e con nel bagaglio di viaggiatori con luoghi come Palmira in Siria Jerash in Giordania e Segesta in sicilia, decidiamo di sacrificarla per avviarci verso Rabat, via autopista, che non ha niente da invidiare alle nostre autostrade. In prossimità di Rabat ritroviamo il nostro pessimo meteo, il cielo è talmente buio che fa paura, e nel giro di 10 minuti ci infiliamo in un temporale che non si vede niente, il vento tira talmente forte che dà quasi l’impressione che di li a poco ci solleva di peso. E della serie paese che vai usanze che trovi, i marocchini con i loro bolidi, stanno in corsia di sorpasso con le quattro frecce accese, ti sfrecciano accanto, cosa che solitamente è inversa, sono usate da chi va piano del solito. Rabat che me l’aspettavo congestionata dal traffico, la troviamo placida e tranquilla , tanto che in pochi minuti siamo al parcheggio che il proprietario del Riad ci aveva consigliato, unica difficoltà vera trovare un posto libero. Dopo vari giri il parcheggiatore ci trova un buco e dopo aver pagato 60DM per due notti ci incamminiamo nella medina alla ricerca del Riad, nel buio non è facile trovarlo, in oltre non abbiamo un ombrello e la pioggia cade copiosa, dopo aver chiesto a più persone troviamo il portone, un portone anonimo come tanti altri in un vicolo pieno di porte tutte più o meno uguali, e ci accorgiamo che di li ci siamo già passati almeno due volte.
Il bello dei Riad è anche questo perchè dietro quella porta si apre un mondo completamente opposto da quello che lasci fuori, dal buio freddo e bagnato, al caldo delle luci e delle stoffe pregiate che sono appoggiate sui sofà ai profumi delle essenze, è come una magia che ci coccolerà per tutta la serata, e che sarà sempre li ad accoglierci tutte le volte che rientriamo dalle nostre scorribande.
Rabat! pensare che nell’organizzazione del viaggio pensavamo di by passare, e invece dopo averci passato la prima mattinata abbiamo deciso di sacrificare El Jadida e allungare la nostra permanenza da due a tre giorni. Rabat ci siamo talmente ben accasati che al pensiero di poterci vivere per qualche tempo la cosa non ci dispiacerebbe per niente.
Fatto il campo base al Riad Marhaba per riposare trovato il caffè Salon de the Nefertiti per la nostra colazione con un caffè buonissimo e una pasta al cioccolato, di alta pasticceria, una colazione che entra a pieno titolo tra le esperienze da ricordare, il souk dove perdersi nella pratica commerciale più antica del mondo il contrattare l’acquisto di stoffe.
Ma purtroppo i nostri legami con l’Italia non ci permettono di fermarsi in Marocco ancora a lungo. Dopo aver visitato nei tre giorni che abbiamo dedicato alla scoperta della città i luoghi più suggestivi ripartiamo destinazione Casablanca.
29 -30 Novembre
Casablanca arriviamo al Riad Marhaba in mattinata il B&B si trova a metà strada tra Casablanca e l’aeroporo Moamed V lo abbiamo scelto, onde evitare che la mattina successiva il traffico cittadino ,possa confezionare un ritardo per il check in di rientro. L’ambiente è molto curato e di deciso impatto, un salone con un divano a u che guarda la vetrata che da direttamente dentro la piscina arredamento curatissimo sembra quasi di essere in un negozio di mobilio etnico, la camera non è da meno, letto a baldacchino saslong terrazzo ecc
un bel bagno, ma in tutta questa opulenza c’è una certa nota che stona, sembra quasi che un architetto abbia confezionato il tutto ma che coloro che lo gestiscono non siano in grado di rimanerne al passo. Dopo aver svuotato la macchina si parte per la visita di Casablanca.
A differenza di tutte le altre città visitate finora a Casablanca c’è un caos di traffico, e dopo un giorno guidandoci dentro si può constatare che non è solo dovuto alla viabilita difficoltosa a causa di alcuni importanti lavori, No! il problema vero è la (selvaggia a volergli fare un complimento) guida dei casablanchesi. Non mettono una freccia, non sanno attraversare una rotatoria, se devono girare a sinistra si posizionano sulla corsia più estrema di destra e poi tagliano la strada a tutti con arroganza, Ho finito il clacson e perso la voce, riportare la macchina sana a casa è un’impresa titanica, infatti le loro sono tutte battute o rigate, quando a fine serata sono rientrato in albergo avevo un cerchio alla testa come se avessi guidato tutto il giorno . Tutto questo per percorrere si e no 40 km andata e ritorno. A parte tutto questo abbiamo visitato la moschea …… costo per due …. compreso guida italiana (un miracolo) alla quale c’è scritto che non si deve dare la mancia ma che comunque chiede. La moschea è suggestiva fuori quanto dentro, e fa piacere apprendere che buona parte della manodopera specializzata e anche dei materiali pregiati e dei meccanismi essenziali è tutto made in Italy
Per quanto riguarda il resto della città, non è facile dare un giudizio avendola vista in un solo giorno, diciamo che mentre a Rabat ci sono bastate poche ore per innamorarsene, a Casablanca una giornata non è stata sufficiente a farcela piacere.